
MAPPE, GEOGRAFIE E COSTELLAZIONI DI PIETRO RUFFO
A CURA DI INSIDEART | ROMA 21 MARZO 2025
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Il lavoro di Pietro Ruffo si distingue per una profonda riflessione sulla politica, la storia e la geografia, attraverso l’uso di diverse tecniche, tra cui il disegno, l’incisione, la scultura e l’installazione. Nato nel 1978 a Roma, Ruffo ha studiato all’Accademia di Belle Arti della capitale e ha sviluppato una carriera caratterizzata dalla costante esplorazione dei confini tra l’arte visiva e le problematiche sociali e politiche. Il suo lavoro si concentra sulla rappresentazione del potere, delle dinamiche geopolitiche e sulle trasformazioni dei confini e delle identità nazionali.
Le opere di Ruffo sono ricche di dettagli, come nel caso delle sue mappe e disegni, che combinano una grande abilità tecnica a un approccio critico nei confronti dei temi della guerra, della diplomazia e dei conflitti territoriali. In particolare, le sue mappe, realizzate con un’estetica che richiama l’arte antica e le carte geografiche storiche, esplorano la fluidità e la transitorietà delle divisioni politiche e geografiche. Queste rappresentazioni sono spesso sovvertite, distorte e rielaborate dall’artista per evocare un senso di instabilità e incertezza, temi che sono sempre più rilevanti nella geopolitica globale odierna.
(L’ultimo meraviglioso minuto – Palazzo Esposizioni, Pietro Ruffo 2024)
Una delle serie più emblematiche del suo lavoro è quella dedicata ai “confini”, in cui Ruffo mette in discussione la concezione tradizionale delle frontiere politiche. I suoi disegni, che presentano mappe distorte o sovrapposte, esprimono il conflitto tra identità culturale, politica e storica, interrogandosi sul significato di questi limiti e sulla loro permeabilità. L’uso del disegno come linguaggio principale per queste riflessioni è particolarmente significativo: il disegno, infatti, diventa uno strumento non solo espressivo, ma anche di indagine critica, in grado di trattare argomenti complessi con un alto grado di precisione visiva.
Il lavoro di Ruffo si caratterizza anche per una ricerca profonda sul potere delle immagini e sulla loro capacità di influenzare e definire la nostra percezione del mondo. Attraverso la realizzazione di mappe e carte geografiche, l’artista esplora le modalità con cui le immagini dei confini e delle terre vengono costruite e manipolate dalla politica e dalla storia. Le sue opere sono una riflessione sul controllo dei territori, ma anche sul potere delle immagini di raccontare e, a volte, di falsificare la realtà storica.
(Pietro Ruffo, L’Immagine del Mondo, 2024 – Installation view 60° Biennale di Venezia. Padiglione Venezia – Photo courtesy Giorgio Benni)
Ruffo ha anche lavorato su grandi installazioni, come Città Invisibili, un progetto che esplora il tema dell’immigrazione e della globalizzazione, mettendo in luce le disparità tra i vari territori del mondo. Attraverso il suo lavoro, Ruffo invita lo spettatore a confrontarsi con le contraddizioni e le sfide del mondo contemporaneo, suggerendo una riflessione sulle dinamiche sociali e politiche che segnano la nostra epoca.
L’artista ha esposto in numerose gallerie e istituzioni di prestigio in Italia e all’estero, partecipando a importanti mostre collettive e personali, tra cui la Biennale di Venezia e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private internazionali, testimoniando la rilevanza e l’importanza del suo lavoro nel panorama artistico contemporaneo.
(Antropocene 89, Rome Pantheon, 2024 inchiostro, olio e ritagli su carta intelata, H 72,5 × 92,5 cm)
Recente è la mostra ospitata fino a febbraio 2025 negli spazi di Palazzo delle Esposizioni a Roma, dal titolo L’ultimo meraviglioso minuto, la più grande personale di Pietro Ruffo mai realizzata fino ad oggi in un’istituzione pubblica. Il progetto ha unito lavori di natura diversa fino a formare un racconto unitario, un lungo viaggio nello spazio e nel tempo che termina con un omaggio alla città di Roma. Per il cantiere della metro C di Piazza Venezia, Ruffo ha invece realizzato Costellazioni di Roma, un progetto per abbellire il cantiere capitolino trasformandolo in una galleria a cielo aperto.
(L’ultimo meraviglioso minuto sabbia 1-2024, olio e intagli su carta intelata-28,5x 22 cm)