Un Diario da Casa Ansuini

GLI ARAZZI

RIPANO EUPERINO| ROMA 14 MARZO 2025

Polonio, il padre di Ofelia, per spiare Amleto, è nascosto dietro l’arazzo nel castello di Elsinore. Il principe, senza sapere chi fosse, lo trafigge e lo uccide. Ma come? Ci si chiede. Dietro l’arazzo? Si, perché come nella tragedia Shakespeariana i grandi arazzi venivano posizionati staccati dai muri per poter nascondere porte segrete o all’occorrenza celarsi dietro per varie incombenze.

(Amleto uccide Polonio)

Gli arazzi erano numerosi nei castelli, nei palazzi e nelle grandi chiese. Oltre ad assolvere una magnifica funzione estetica mantenevano il calore negli ambienti. Inoltre, a differenza dell’affresco, potevano con facilità essere smontati per salvarli o trasferirli in altri ambienti.

L’arazzo è un tessuto speciale eseguito a mano con telai di alto liccio (completamente a mano e con manifattura fine) o di basso liccio (utilizzando i pedali per sveltire il lavoro a scapito del livello). Sul telaio l’insieme dei fili tesi verticalmente (normalmente in canapa o lino) formano l’ordito, mentre la trama è data dai fili orizzontali che tramite la tessitura passano tra i fili dell’ordito. I fili della trama in lana, seta o cotone opportunamente colorati, ma anche in oro o argento, formano il disegno che occupa l’intera superficie dell’arazzo.

(Cartone per gli arazzi Barberini)

L’esecuzione degli arazzi, oggi simile al XIV secolo, parte dal disegno del modello chiamato cartone. I cartoni furono eseguiti anche da grandi pittori come Raffaello, Rubens, Le Brun, Goya, Mirò e Picasso. I tempi di esecuzione della tessitura sono estremamente lunghi e a volte sono necessari mesi di lavoro. Gli arazzi non vanno confusi con il tessuto che è ottenuto meccanicamente e ripete più volte lo stesso disegno, né con il tappeto che ha l’ordito e la trama completamente diversi e di minore finezza.

(Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, Skyphos attico del Pittore di Penelope)

La storia degli arazzi è antica, possiamo risalire all’Egitto dei faraoni ed alla Gracia classica. Su un vaso etrusco del IV secolo A.C. è raffigurata Penelope che lavora su un telaio non molto dissimile da quelli del XIV secolo. In questo periodo risale lo sviluppo dell’arazzo in Europa. Le manifatture si svilupparono prima in Germania ed in Svizzera poi in Francia e nelle Fiandre. La produzione rinascimentale è quella più importante e si sviluppò nei centri di Arras, Parigi, Aubusson etc. Nel corso del XVII secolo le principali produzioni francesi furono assorbite dalla Corona. La Reale manifattura dei Gobelins (1662) e la Reale Manifattura di Beauvais (1604) continuano a tutt’oggi la produzione di Arazzi.

La fine dell’Ancien Regime segna un punto di cesura per una cultura dove l’arazzo ha una posizione indicativa. I sanculotti li bruciano in odio alla nobiltà, ma anche per ricavane oro e argento dai fili della tessitura.  La prima rivoluzione industriale penalizza i lunghissimi tempi della lavorazione portando alla chiusura moltissime arazzerie: in Italia a Napoli la Manifattura di San Carlo alle Mortelle nel 1798, quella di Torino nel 1813. La Fabbrica pontificia di S. Michele a Ripa fu tenuta in vita dal governo fino al 1910. A Roma il pittore ed arazziere Erulo Eroli (1854 – 1916) alla fine del XIX secolo fondò l’atelier per la scuola e la manifattura degli arazzi. Figlio del marchese Pio, guardia nobile e scultore, frequentò con il padre il S Michele dove apprese l’arte dell’arazzo. Vedendo con dolore l’inevitabile fine della Fabbrica pontificia aprì prima uno studio di pittura alla Passeggiata di Ripetta, poi nel 1880 in Via del Babuino dove impiantò anche un atelier di arazzi impiegando artigiani usciti dalla Fabbrica di San Michele salvando così un tesoro di esperienze.

(In asta – Importante Arazzo Fiammingo, fine XVI – inizio XVII secolo, Scena biblica)

Nei primi anni ’80 il nipote di Erulo Eroli, una persona squisita che trasmetteva la sua passione per l’arte, manteneva intatto l’atelier di Via del Babuino. Entrando sembrava di varcare la porta da un secolo all’altro. Nella penombra l’antico parquet scricchiolava mentre gli arredamenti dell’800, i quadri e gli oggetti d’arte davano la suggestione di essere in un’epoca diversa. Proseguendo nelle stanze si arrivava al laboratorio dove antichi telai e rotoli di fili colorati venivano utilizzati da anziani maestri arazzieri per il restauro degli arazzi del Quirinale. Dispiace che in Italia, mentre c’è un’attenzione forse eccessiva per manufatti di scarso valore, si abbandonino realtà come quella che era l’Atelier di Erulo Eruli, oramai trasformato in altra cosa senza l’intervento dello Stato.

Un importante, grande arazzo fiammingo della fine del XVI secolo sarà battuto in asta da ANSUINI1860 ASTE il prossimo 19 Marzo 2025.

 

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