Un Diario da Casa Ansuini

Celebrati i Vent’ Anni di Un’ Istituzione Culturale: INSIDEART

DOTT. STEFANO ROCCA |  26 MAGGIO 2024 | ROMA

Il 26 maggio si sono celebrati, con una cena di Gala nella quadreria della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, i venti anni dalla fondazione della media company INSIDEART, una delle più importanti ed innovative realtà editoriali di respiro internazionale che abbia sede a Roma.

La cena di gala ha rappresentato anche la cerimonia di inizio dei lavori – avvenuta il 27 – della Prima edizione de “The art Symposium”, un incontro, che nelle previsioni avrà cadenza annuale, frutto di una collaborazione tra INSIDEART la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea.

Un incontro di una giornata creato per favorire e stimolare il “dibattito tra imprese pubbliche e private per mettere in luce i cambiamenti e le prospettive future dell’arte contemporanea”, a cui hanno partecipato esperti dell’economia dell’imprenditoria e del collezionismo d’arte.

Un’iniziativa coerente con l’impegno e la proattività che Guido Talarico e sotto la sua guida INSIDEART mettono, da vent’anni, a servizio della divulgazione dell’arte e dei talenti emergenti.

“INSIDEART edita un sito, un mensile digitale, un magazine cartaceo e svariate pubblicazioni (libri, cataloghi, report, dossier)” … (vi suggeriamo di visitare il sito, molto interessante, per farlo qui di seguito il link di INSIDEART – Magazine di arte contemporanea e cultura)

( photo Marta Ferro dal sito Insideart )

Abbiamo incontrato Guido Talarico, Fondatore e editore di INSIDEART per condividere con voi le sue impressioni e gli spunti di riflessione che possono emergere, allo scadere dei primi venti anni di storia della sua “creatura”.

SR: Ed eccoci alla fine di venti anni di vita di INSIDEART, una realtà consolidata nel panorama culturale nazionale ed internazionale, te la senti di fare un un bilancio di questa storia di successo?

GT: Sono stati venti anni difficili, perché editoria e cultura sono segmenti in cui la sostenibilità economica non è facile da raggiungere, ma al contempo sono stati quattro lustri fatti di grandi emozioni e di momenti di pura felicità. L’arte, come l’innovazione e la geopolitica, sono le mie grandi passioni e facendo questo mestiere ho la fortuna di poterle vivere quotidianamente il che non è comune. Inoltre, questo mio lavoro mi dà il privilegio di incontrare persone fuori dall’ordinario, ricche di talenti e di sapienza, e questo è francamente un dono impareggiabile. Insomma, conti in ordine e gioie per i sensi e per l’animo: il bilancio è dunque molto positivo.

SR: È scontato ed anche un po’ banale voler sapere quale sia stata la molla che ti ha spinto a dare vita a questa realtà,

GT: La solita, la curiosità. Era il 2003, ascoltando un amico artista che mi raccontava di un mercato italiano in difficoltà, ho sentito il dovere di capire meglio se ci fosse spazio in Italia per una media company dedicata all’arte. Dopo qualche viaggio a Londra, a New York e a Parigi e qualche ricerca di mercato nel 2004 siamo partiti. E non ci siamo più fermati.

SR: ⁠e … cosa ti aspettavi che accadesse? in fondo venti anni fa, con la crisi in corso in quegli anni… non era il miglior momento per affrontare una sfida di questo tipo…avevi previsto quello che è successo?

GT: mi aspettavo di dover incontrare grandi difficoltà. L’editoria non è un pranzo di gala… in più l’editoria di nicchia, dedicata all’arte contemporanea produceva un suono sinistro sin dai primi giorni. Effettivamente l’ha prodotto il suono sinistro. Un rumore pessimo. E ci siamo spaventati. Erano gli anni del disastro di Lehman Brothers e della crisi che ne è derivata, la pubblicità è sparita, le copie vendute sono repentinamente andate in calo, il digitale impazzava rubando spazi e soldi…

SR: … dei pochi che c’erano…

GT: Un disastro. L’editoria del ‘900 con le sue regole è finita lì, con 10 anni di ritardo rispetto all’inizio del nuovo millennio. Ce la siamo vista brutta, ma abbiamo saputo reagire seguendo i soliti paradigmi: studiando e innovando. Oggi con un po’ di orgoglio possiamo dire di avercela fatta.

SR: Cosa è andato come previsto e cosa non proprio

GT: L’entusiasmo mio e della redazione, nonostante i momenti difficili, è sempre stato alto e questo ci ha consentito di andare avanti, bene. Non altrettanto da un punto di vista degli investimenti pubblicitari… ci aspettavamo di più ma, musei e gallerie progressivamente hanno avuto fondi sempre decrescenti. Non avevamo previsto una contrazione così forte. Le crisi te le aspetti ma quando arrivano sono sempre dure da affrontare anche perché le soluzioni vanno trovate al momento e non è una pratica facile.

SR: in questi venti anni guidati dalla tua curiosità, quale scoperta ti ha sorpreso di più?

GT: I giovani, una vera scoperta. È per questo che nel 2008 ho fondato il Talent Prize un premio dedicato ai giovani sotto i 40 anni. Oggi abbiamo più di 10mila iscritti. È forse il premio con il maggiore numero di partecipanti d’Europa. Una sorpresa e una grande gioia

SR: hai ricordi indimenticabili da incorniciare alla fine di questi venti anni?

GT: Entrare negli atelier di tanti artisti, universi unici che lasciano ogni volta meravigliati, ammirati, sopresi. È una fortuna avere avuto, ed avere tuttora, il privilegio di visitarne centinaia. Anche i documentari d’arte che ho fatto come produttore e regista per Rai Cultura, sono stati un’occasione, questa volta, per entrare meglio nella vita di grandi artisti: essere andato negli atelier di Emilio Isgrò o di Mario Ceroli e ascoltare le loro vicende… è memorabile.

 

( Emilio Isgrò, Quello che resta della parola )

 

SR: cosa ci dobbiamo aspettare da INSIDEART per il futuro? Avete lanciato con lo GNAM The Art Symposium …

GT: The Art Symposium diventerà un appuntamento fisso così come la Cena di Gala. Abbiamo cominciato questo appuntamento annuale nel 2024 perché coincideva con i nostri primi 20 anni. Sarà un appuntamento fisso perché è un bel modo di far dialogare pubblico e privato e per favorire artisti, collezionisti, gallerie, musei e case d’asta.

( Guido Talarico and Cristina Mazzantini, photo Marta Ferro dal sito Insideart )

SR: a questo proposito, come sai la Ansuini è anche una Casa d’Aste, vedo che nel Symposium si è parlato di collezionismo d’arte (era presente anche la Chairman di Sotheby’s Europa Claudia Dwek), cosa è emerso di interessante a parer tuo.

GT: È emerso naturalmente che le case d’asta sono un veicolo molto conveniente per avviare e costruire una collezione. Ed è emerso che fare collezionismo è possibile anche per portafogli di medie capacità, e che i musei e le gallerie vanno aiutate. Comprare opere d’arte è fondamentale. Ne hanno bisogno gli artisti, il pubblico e anche noi editori.

Grazie Guido della tua disponibilità… per i nostri lettori, visitate il sito e… abboniamoci (INSIDEART – Magazine di arte contemporanea e cultura).

 

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