Un Diario da Casa Ansuini

BREVI CENNI: LA DONNA ED IL GIOIELLO DAL DOPOGUERRA AD OGGI

Prof Sergio Ansuini | Roma | 21 Gennaio 2024

La Grande Guerra portò ad abbandonare i vestiti sontuosi e introdusse la donna in un mondo nuovo. La  Seconda Guerra Mondiale non ebbe lo stesso  effetto : Dior con il New Look oscurò la Schiapparelli.  Le gonne  furono allungate e la moda imprigionò  di nuovo con la  “guepiere”  per potere ostentare un “vitino di vespa”. Ancora una volta  fu usata negli abiti una grande abbondanza di tessuti. .

Una nuova borghesia, una nuova morale  ed un nuovo ordine mondiale nascevano dalle rovine. I gioielli divennero più vistosi, le linee tondeggianti mentre l’apparenza dell’oro parlava di nuove ricchezze

La costrizione non poteva durare e dopo gli anni ’50 l’indomito spirito femminile riprese il sopravvento.

A metà degli anni ’60 una rivoluzione ancora più radicale di quella degli anni ’20  nasce in Inghilterra con lo Swinging London ed investe la moda, la musica, il cinema dando luogo ad una impensabile liberazione sessuale. La frattura con il passato è drammatica, l’edonismo, l’ottimismo ed il desiderio di libertà sono prorompenti. Mary Quant accorcia le gonne molto oltre il ginocchio e le iconiche modelle Twiggy,  Jean Shrimpton  e Veruschka illustrano nel mondo il nuovo messaggio. Nella musica i Beatles ed i Rolling Stones con gli artisti della British Invasion sono osannati negli USA in Canada ed Australia. Con il ’68 l’onda libertaria travolge le varie articolazioni sociali.

Negli anni ’70 l’Italia raccoglie il testimone e l’individualismo e la creatività italiana si affermano nel mondo.

Valentino, Armani, Versace, Fendi, Krizia etc.  divengono i King maker della moda mondiale.

La gioielleria non segue  i cambiamenti rimanendo nel complesso su posizioni tradizionali.  L’italia ancora una volta  marca il cambio di paradigma. Nascono a Roma le prime scuole di stilismo di gioielleria: l’Accademia di Costume e di Moda dove si compie la saldatura tra moda e gioiello e l’Istituto Europeo di Design.  

Viene istituita la Camera Italiana degli Stilisti di Gioielleria. Giovani stilisti vengono stimolati a rompere con ogni forma e materiale del passato e a creare gioielli “per tutti” . Nasce il “pret a porter” di gioielleria

Le idee italiane vengono fatte proprie dall’  INTERGOLD  la potente associazione che riunisce i produttori di oro mondiali. Vengono dati 4 temi ai più importanti stilisti di gioielleria del mondo per far realizzare a ciascuno una collezione di gioielli. Le collezioni vengono fatte sfilare nelle più importanti fiere orafe dei 4 continenti per dare una omogeneità di stile alle migliaia di produttori ed avviare un meccanismo simile a quello della moda. Tendenze stilistiche globalizzate e prodotti che possono essere acquistati da un sempre più vasto pubblico.

Sono anni nei quali il “Made in Italy” è ai vertici, l’Italia è il più importante esportatore di oro lavorato nel mondo e le aziende orafe e le Maison di gioielleria italiana attirano sia le celebrità che un vasto pubblico.

Verso la fine del XX secolo la spinta creativa italiana si arresta, i francesi rientrano in gioco e le aziende di moda e di gioielleria italiane, anche perché non più supportate da un sistema-stato efficiente, vengono vendute soprattutto dalle holding francesi. Bulgari, Buccellati, Pomellato, Valentino, Fendi etc divengono di proprietà straniera. Oramai si parla di industria del lusso

Nel primo quarto del XXI secolo in Italia c’è un deserto stilistico. Sembra quasi di essere ritornati nell’800.

Tuttavia in questo paesaggio possono ancora nascere dei fiori perché l’industrializzazione violenta dell’arte orafa crea spazi per il “sartoriale” ed anche con l’auspicato ritorno della centralità dell’Uomo  il genio e la creatività italiana saranno   preminenti.

 

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