Un Diario da Casa Ansuini

I GRANDI GIOIELLIERI DEL XIX SECOLO:LA MAISON VEVER

Pierre Vever (1795-1853) nel 1821 aprì il suo  laboratorio con annesso negozio al centro di Metz e rapidamente sviluppò la clientela anche nelle provincie vicine, in Renania ed in Lussemburgo. Pierre ebbe due figli-

Felix, il più piccolo, seguì la carriera delle armi. Era luogotenente dei Granatieri Imperiali ed ufficiale d’ordinanza del generale Sabran quando questi fu ucciso di fronte a Sebastopoli.

Il figlio maggiore Ernest  (1823 – 1884),  finito l’apprendistato, dopo un periodo di lavoro nella maison paterna, decise di andare a perfezionarsi in Germania ed in Austria che a quel tempo avevano dei rinomati centri orafi.

Partì da Metz a piedi sacco in spalla e dopo aver soggiornato, durante gli anni 1842 e 1843, ad Hanau e Vienna tornò a Metz nell’atelier paterno.

Nel 1848  sposò  la figlia di un fabbricante di gioielli e nello stesso periodo assunse la direzione della Maison Vever

Ernest sviluppò l’azienda creando lui stesso i modelli dei gioielli e dirigendone l’esecuzione.

I buoni laboratori di provincia erano  organizzati per sviluppare le diverse lavorazioni dei gioielli. Nell’atelier Vever venivano eseguiti lavori di cesellatura,  fusione, smaltatura, doratura etc.. Lo stile evocava quello del grande disegnatore ed orafo rinascimentale Etienne Delaune nato nel 1518 che lavorò per la casa reale.

Ernest partecipò all’Esposizione Internazionale organizzata a Metz nel 1861 ottenendo il più alto premio della sua classe e consolidando la sua fama nelle regioni dell’Est della Francia.

Il gioielliere aveva, come moltissimi nella sua città, una grande passione per l’esercito ed eseguì delle riproduzioni di materiale militare come fucili, artiglierie etc.  Questi oggetti, anche se solo di 3 cm di lunghezza, erano perfetti nella rappresentazione.

La guerra Franco-Prussiana del 1870 con la sconfitta della Francia e le sue tragiche conseguenze sconvolse il tranquillo sviluppo della Maison Vever

Nel 1868 si costituì  a Metz una compagnia di Franchi Tiratori con la migliore gioventù cittadina. Il maresciallo Niel, ministro della guerra,  ratificò la nomina a capitano del giovane Vever. Con lo scoppio delle ostilità la compagnia, formata di circa 200 giovani, entrò in azione combattendo fino alla capitolazione.

Dopo i fatti di Vasny Ernest ricevette la Croix de la Legion d’Honneur e medaglie militari per le ferite riportate ed il suo valore. Anche il padre ed il figlio Paul, appena diciannovenne, si arruolarono nella compagnia.

Con l’entrata in città dei vincitori tedeschi i Franchi Tiratori vennero ricercati. Ernest, avvertito segretamente dell’imminente arresto, riuscì a fuggire con i famigliari ed alcuni ufficiali francesi. Il gruppo, seguendo il tracciato della ferrovia nella neve alta, riuscì a raggiungere il Lussemburgo.

Ernest, grande patriota, vendette tutti i suoi beni e lasciò definitivamente la sua terra per recarsi a Parigi.

 

 

Giunto nella Capitale acquistò la ditta di Beaugrand, morto durante la Commune, riunendo al 19 di  Rue de la Paix la sua vecchia fabbrica di provincia con quella del celebre gioielliere parigino.

Ernest fu accolto molto bene a Parigi dove i patrioti, che pur di rimanere francesi avevano abbandonato le loro terre, erano visti con grande simpatia.

Fu presto nominato giudice del Tribunale del Commercio della Senna e nel 1875 Presidente della Chambre Syndicale.

Partecipò all’Esposizione Universale del 1878 dove fu anche Presidente della Giuria. I gioielli presentati furono molto apprezzati :  “ un type parfait de collier, du grec le plus pur, frangé de brillants et de perles ” e  ‟un collier assyrien en or ciselé” Lo stile dei gioielli era classico.

Nel 1881 si dimise dalla presidenza della Chambre Syndicale, ma all’unanimità fu eletto Presidente onorario

A quell’epoca abbandonò definitivamente gli affari lasciando la Maison ai figli Paul ed Henry.

Morì a Parigi nel 1884.

 

 

 

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