Un Diario da Casa Ansuini

I DIAMANTI DI SINTESI E NATURALI

“ L’alternativa etica, sostenibile ed economicamente conveniente”

Con queste accattivanti motivazioni vengono proposti e commercializzati i diamanti non naturali creati in laboratorio.

Per il grande valore, il prestigio sociale che da l’indossarli e la loro bellezza intrinseca sono state, e sono, molte le contraffazioni: il vetro, lo zircone, la moissanite etc, anche se all’apparenza simili, ad un occhio esperto o con l’aiuto di semplici strumenti sono facilmente distinguibili da un diamante, soprattutto perché hanno proprietà mineralogiche differenti. Quando si tratta di diamanti sintetici il discorso è differente. Questi LAB GROWN sono gemme della medesima composizione di un diamante naturale prodotti con processi tecnologici molto brevi a differenza della formazione di quelli naturali che richiede centinaia o migliaia di anni.
Sono anche conosciuti come diamanti HPHT ( High Pressure High temperature – sintesi ad alta pressione ed alta temperatura ) o CVD ( Chemical Vapor Deposition )
Attorno al 1983 vennero realizzati i primi diamanti di sintesi, troppo piccoli per essere usati in gioielleria, ma che trovarono un utilizzo in ambito industriale.

 

 

Furono utilizzati per prodotti abrasivi, utensili di taglio e di lucidatura. Oggi con la grande evoluzione delle tecniche di produzione trovano innumerevoli applicazioni, sempre in ambito industriale, dalle reti di computer quantistici all’utilizzo nei girotroni.
Naturalmente Il mondo della gioielleria è un richiamo irresistibile. Il diamante che fino alla scoperta delle miniere sudafricane era una pietra rara, di non grande caratura, costosa, ma assolutamente non preminente rispetto alle pietre di colore, da quel periodo subisce una trasformazione. La grandezza delle pietre delle nuove miniere e la grande quantità estratta provocano una grande diffusione del diamante ed un abbassamento dei costi.

 

 

Il quasi monopolio della famiglia Oppenheimer sull’estrazione dalle miniere africane e la conseguente commercializzazione di quei diamanti favoriscono un contingentamento della quantità di grezzo immesso sul mercato al fine di mantenere alto il prezzo. La stessa Russia con le miniere siberiane dopo un periodo di concorrenza entra di fatto nel cartello internazionale dei diamanti.

Nel corso del XX secolo e fino ad oggi la DE BEERS, società già espressione degli Oppenheimer, con una risolutiva politica commerciale, riesce a far divenire il diamante, oltre che per l’utilizzo in gioielleria, il pegno indispensabile dell’amore ed un prodotto finanziario da investimento. Il diamante diviene un “sogno” le cui narrazioni: l’Africa, l’Amore, “Per sempre” “Il migliore amico delle donne” “Ultima risorsa economica, piccola, di grande valore, internazionale e facilmente trasportabile“ etc. lo rendono un unicum che non è mai stato nel tempo. La classificazione rigida della tipologia del diamante, la creazione di listini prezzi ufficiali ed internazionali editi con il Rapaport , le Borse diamanti dove s’incontra la domanda e l’offerta mondiale e la politica selettiva della cessione del grezzo, hanno creato un potente e globale sistema semi-monopolistico di controllo e di indirizzo.
I diamanti sintetici, che all’inizio erano improponibili per la gioielleria, seguono anche loro lo sviluppo delle tecnologie ed oggi la produzione è abbondante e a prezzi molto contenuti.

 

 

La qualità delle gemme prodotte è variegata ed eccellente con una gamma di colori ed inclusioni simili a quelle delle pietre naturali. Il taglio avviene anche in una miriade non controllabile di laboratori indiani e non solo. La differenza tra diamante naturale e sintetico oggi può ancora essere rilevata e certificata solo da laboratori altamente specializzati. Di fronte a questo squassamento reale ed ancor più potenziale la De Beers ha già da tempo reagito inserendosi nel mercato, costituendo laboratori propri di ricerca e producendo e vendendo diamanti sintetici di fidanzamento e per gioielleria certificati come tali.

Ad oggi il mercato del sintetico si espande e si ufficializza con pietre certificate da importanti laboratori gemmologici. Questo sta provocando un graduale abbassamento del prezzo dei diamanti sia naturali che sintetici ed una vasta certificazione delle pietre naturali.
I diamanti sintetici, tuttavia, sono nel sentire comune considerati come “un falso” come avere una riproduzione di un importante quadro invece dell’originale. Regalare un diamante sintetico è come voler “gabbare” una persona che si ama. Sul mercato internazionale delle aste, dove si consolida il reale valore dei beni, i sintetici sono praticamente assenti. Una volta acquistato un diamante di laboratorio perde una delle principali proprietà di un diamante naturale: la conservazione del valore.

 

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