Un Diario da Casa Ansuini

I RUBINI “SANGUE DI PICCIONE “ED IL SANGUE DELLA BIRMANIA

La terra promessa dei rubini è la Birmania. In questa nazione si trovano i rubini più belli. Il rubino è una varietà del corindone, pietra preziosa molto dura, 9 della scale Mohs, che va da un rosso intenso (Myanmar) al rosa (Sri Lanka) con tonalità a volte tendenti al  marrone ( Thailandia, Pakistan ed India).

Nei tempi antichi il rubino era associato al potere ed alla vittoria e con il passare del tempo è stato il simbolo della passione e dell’amore ardente.  Legato alla saggezza è citato dalla Bibbia con le parole di Giobbe “La saggezza è più preziosa dei rubini” frase che certifica anche il grande valore della pietra.

 

 

I rubini cosiddetti “sangue di piccione” sono quelli delle miniere birmane di Mogok. Da queste si estraggono le pietre della migliore qualità: rubini di un colore rosso puro, intenso e di un valore vertiginoso.

Mogok è una città mineraria a 1200 metri di altezza situata al centro di quella che viene chiamata la “valle dei rubini” nel distretto di Mandalay , zona tutt’ora di conflitti armati di minore intensità.

I regni e l’antica indipendenza birmana cessarono a seguito delle guerre coloniali anglo-birmane del 1824/1826,  1851/1852 e 1885/1886 quando la Birmania  fu trasformata in una provincia dell’India Britannica dalla quale si distaccò poi nel 1937. Durante la seconda guerra mondiale la Birmania fu occupata dai giapponesi e nel 1945, sotto la guida dell’eroe nazionale Aung San, che avviò la transizione dei poteri,  tornò nelle mani inglesi. Nel 1948 la Birmania divenne una repubblica indipendente garantendo con la costituzione non solo una autonomia, ma anche una futura possibile indipendenza, alle varie etnie in cui si divide il Paese.

 

 

 I diversi popoli birmani non ebbero però ciò che speravano ed iniziò così la guerriglia che con grande brutalità e spargimenti di sangue dura fino ai nostri giorni, portata avanti dalle varie milizie etniche contro il potere centrale, soprattutto nelle zone di confine.

Nel 1962 il governo fu sciolto da un golpe militare del generale Ne Win che assunse il potere.

Nel 1988 dopo le rivolte studentesche che provocarono migliaia di morti  il generale golpista si dimise, ma il generale Saw Aung organizzò un altro colpo di stato.

Nel 1990 si tennero libere elezioni vinte dal partito di opposizione di Aung San Suu Kyi, figlia dell’eroe Aung San, ma lo SLORC e l’esercito intervennero di nuovo con un ulteriore golpe ed arrestarono Aung San Suu Kyi.

La vendita  dei rubini, gestita dallo Stato era effettuata attraverso  aste internazionali a cui potevano partecipare compratori selezionati da tutto il mondo. Nel Paese vigeva il coprifuoco, le più belle automobili  erano  di proprietà di ufficiali dell’esercito. Le caserme erano fortificate e la villa dove Aung San Suu Kyi  era circondata da militari protetti da sacchetti di sabbia. La condizione del Paese era miserrima, la televisione, solo in bianco e nero, trasmetteva poche ore al giorno. La popolazione vestiva solo abiti tradizionali ed una cappa di paura sovrastava il Paese. Gli oppositori davano, alludendo, il biglietto da 1  kyat che raffigurava Aung San per significare che parteggiavano per la figlia.

 

 

Nel 2008, sotto le sanzioni e le pressioni internazionali lo SLORC  iniziò un cambiamento pilotato  prima con un referendum costituzionale poi nel 2010 con nuove elezioni, comunque boicottate dalle opposizioni e caratterizzate da brogli. Le elezioni, fatte per cambiare perché nella sostanza nulla cambiasse, portarono comunque alla liberazione di Aung San Suu Kyi ottenendo aperture internazionali e finanche una visita del Segretario di Stato Usa Hillary Clinton.

Nel 2015 nuove elezioni (il 25% dei seggi restava sempre e comunque in mano ai militari) ed un vento di cambiamento portarono alla vittoria Aung San Suu Kyi. Vittoria effimera perché nel 2021 l’esercito azzera tutto con un nuovo sanguinoso golpe ed arresta la figlia dell’Eroe birmano.

 

 

 

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