Un Diario da Casa Ansuini

LA DATAZIONE IN GIOIELLERIA: IL TAGLIO DEI DIAMANTI

Per datare un gioiello si deve fare riferimento a diversi fattori, quali la lega del metallo con cui è costruito, lo stile e le tecniche di costruzione orafa, l’eventuale presenza di marchi e firme e la lavorazione e la provenienza delle pietre.

Soprattutto quando nel monile sono incastonati dei diamanti, la tipologia del taglio dà delle valide indicazioni sull’epoca e quindi presumibilmente anche della costruzione del gioiello.

In epoca greco romana i diamanti provenivano dall’Oriente, tuttavia non erano ancora conosciute tecniche di taglio e le pietre si presentavano nella loro forma ottaedrica, ossia non più allo stato grezzo, ma avendo ricevuto solamente una primordiale fase di pulitura.

In India l’uso dei diamanti era noto prima che in Occidente e le miniere indiane rimasero per secoli il principale punto di rifornimento dei mercanti europei. I contatti con l’India si intensificano tra il Duecento e il Trecento grazie all’interesse dei veneziani.

 

 

Gli europei appresero dai lapidari indiani l’uso della polvere di diamante e dell’olio d’oliva per la lavorazione del diamante e nel Trecento comparve il taglio a tavola, documentato nel 1373 a Norimberga, sede di una folta comunità orafa. Il taglio prevedeva una superficie piana a forma quadrata sul lato superiore, mentre su quello inferiore vi era sempre una superficie piana, ma di dimensione inferiore. Questo taglio ebbe la sua maggiore diffusione tra XV e XVI secolo.

Il XVII secolo fu un periodo importante per la diffusione dei diamanti e si impose presto un nuovo taglio, il taglio a rosa. La caratteristica principale di questo taglio, rimasto in uso fino a tutto l’Ottocento, era che permetteva di utilizzare al massimo la pietra grezza, ossia da un unico cristallo si potevano ottenere più gemme. Si tratta di una forma tagliata sulla base in modo netto, mentre la parte superiore è a cupola con numerose faccette. Negli ultimi decenni del secolo si diffuse il taglio più famoso del diamante ossia il taglio a brillante, di origini fiamminghe, ebbe lo scopo di far brillare il più possibile la pietra.  In Italia, il primo a utilizzare il taglio brillante fu il veneziano Vincenzo Peruzzi.

Un altro taglio che si diffonde nel’600 è il taglio Mazzarino, unione tra uno quadrato e uno tondo, che prende il nome dal Cardinale Mazzarino (1602-1661). Alla sua morte lasciò alla corona di Francia 18 diamanti.

 

 

I diamanti nel XIX secolo sono rari ed estremamente costosi.  Un diamante di 3 o 4 carati è considerato di grande caratura. I diamanti sono tagliati a rosa o con il taglio Old Mine Cut. Questo caratterizzato da 50 faccette, come il moderno taglio brillante, ma con una corona molto alta, una tavola piccola e l’apice largo e senza punta. La lavorazione dei gioielli tende a valorizzare queste pietre con il metallo e di conseguenza le montature risultano esteticamente pesanti.

 

 

La scoperta delle miniere del Capo in Sud Africa portò una rivoluzione nella gioielleria.  Nel 1869 erano già presenti in Europa dei campioni di diamanti delle nuove miniere, ma soprattutto dopo la Comune i gioiellieri francesi iniziarono ad averne a disposizione grandi quantità. I nuovi diamanti erano molto più grandi, il colore non era meraviglioso e la grande offerta provocò un crollo del prezzo. La scoperta delle nuove miniere provocò inoltre un cambiamento dello stile della gioielleria: i fabbricanti non ebbero più la necessità di cercare di far apparire le pietre più grandi.  Le montature pesanti e banali che esistevano allora furono rimpiazzate da altre leggere anche in argento. Le griffe in platino nella loro leggerezza davano il massimo risalto ai diamanti. Negli atelier di Parigi furono creati graziosi bouquet con cui si imitava la natura, collier e bracciali divennero morbidi con smalti invisibili.

Un ulteriore sviluppo del taglio del diamante avvenne intorno al 1890 con l’Old European Cut

che fu utilizzato per tutto il periodo Liberty e Deco.

Questo taglio presenta rispetto al precedente una cuspide e la tavola più stretta, inoltre, la pietra si presenta tonda invece che quadrata con angoli smussati.

 

Alla fine degli anni ’30 il taglio dei diamanti cambia ancora assumendo l’aspetto del moderno brillante.

 

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