GLI ARGENTI E LO SHEFFIELD NEL PERIODO VITTORIANO
La regina Vittoria sale al trono nel 1837 succedendo allo zio Guglielmo IV e regna fino alla morte avvenuta nel 1901.
La prima rivoluzione industriale, (fine ‘700 – 1840) con le invenzioni nel tessile, nella metallurgia e con la macchina a vapore porta dei sommovimenti nel tessuto sociale inglese con un grande incremento della ricchezza. La borghesia imprenditoriale si afferma e si crea uno strato intermedio tra popolo e nobiltà con grandi e medie possibilità economiche.
Con la nuova ricchezza si palesa il desiderio di far conoscere il proprio status e l’argenteria di casa diventa indispensabile per la propria collocazione sociale. La produzione di argenti in Inghilterra durante il XIX secolo è superiore a quella di ogni altro periodo storico. Per soddisfare la domanda vengono utilizzate anche produzioni seriali. Tra i grandi maker spiccano Antoine Vechte emigrato dalla Francia dopo la rivoluzione del 1848 e John Mortimer. Nello stesso periodo a Roma la committenza di argenteria è limitata quasi esclusivamente agli oggetti sacri ed a quelli per la nobiltà. La platea italiana è infinitamente più ridotta di quella inglese anche se la qualità del nostro artigianato è eccellente.
La Regina Vittoria, con il suo amato marito Principe Alberto, tentarono di vitalizzare le arti fondando il Museo di South Kensington che poi divenne il Victoria &Albert Museum.
Il periodo vittoriano non è caratterizzato da particolari linee stilistiche quanto da una serie di richiami di epoche passate tranne che negli anni dell’Arts & Crafts e dell’Art Nouveau quando numerosi argentieri, soprattutto di Birmingham si adattano al nuovo stile.
I nuovi tempi e i nuovi stili di vita portano cambiamenti anche nell’utilizzo degli argenti: con l’avvento dell’illuminazione a gas ed in seguito di quella elettrica i grandi candelabri posti al centro tavola sono sostituiti da grandi fioriere.
Il desiderio di ostentazione, unito spesso alle limitate capacità economiche, favoriscono il grande sviluppo della cosiddetta argenteria Old Sheffield prima e Sheffield poi.
Nel 1743 Thomas Boulsover scoprì, per caso, una tecnica per far aderire, utilizzando il calore, perfettamente lastre di rame con l’argento. Il materiale si prestava anche per una ottima lavorazione a sbalzo. L’oggetto finito aveva un costo molto più basso dell’equivalente eseguito esclusivamente con argento a 925 /°°°. L’apparenza era simile ed il nuovo materiale si diffuse rapidamente nel mondo caratterizzandosi come Scheffield dalla città dove era nato.
L’Old Sheffield si distingue in quanto la superficie è argento a 925/°°° con il suo colore caratteristico.
Alla metà del XIX secolo si cominciò ad utilizzare il bagno galvanico che con l’elettrolisi poteva ricoprire oramai non solo il rame ma anche il peltro o l’ottone con un sottilissimo strato d’argento
Questo nuovo prodotto è conosciuto come Sheffield e rispetto all’Old Sheffield ha un colore più bianco e più freddo in quanto l0 strato ricoprente è argento puro
L’argento Sheffield originale si distingue per punzoni come EPMB o FFNS etc. mancano naturalmente i tradizionali punzoni inglesi come quello del leone passante caratteristico dell’argento sterling 925 /°°°.
L’Old Sheffield è molto ricercato e si trovano pezzi eseguiti da grandi argentieri inglesi.
Nell’Asta 111 della Palatina Aste presentiamo alcuni pezzi in Old Sheffield molto belli insieme con una selezione di argenti vittoriani.