HENRI JAYER IL PADRE NOBILE DELLA BORGOGNA
Sfogliando i cataloghi delle piu’ importanti aste internazionali si puo’ avere la fortuna di trovare un lotto proveniente dalla cantina del piu’ incredibile vignaiolo che la Borgogna abbia mai conosciuto e come accade in questi casi il martello del banditore ne confermera’ la rarita’.
Henri Jayer e’ stato il simbolo del vino di Borgogna ed il piu’ grande esperto ed ambasciatore del Pinot Nero.
Nasce a Nuits St Georges, Vosne-Romanèe nel 1922 da una famiglia di produttori di vino. Durante la scuola, come lui stesso usava raccontare, sogna di diventare aviatore; ma allo scoppio della guerra, dopo l’arruolamento dei due fratelli maggiori, si ritrova a riporre i sogni nel cassetto ed ad aiutare il padre nella gestione dei 4 ettari del domaine di famiglia.
Una figura importante per la sua formazione e’ Rene’ Engel, vicino di azienda dei Jayer ,che nel 1942 inaugura il primo corso di laura in enologia all’ universita’ di Digione e lo spinge ad iscriversi. Il padre si convince perche’ il corso si teneva un solo giorno la settimana per un solo anno e non avrebbe distolto troppo il giovane Henri dal lavoro in azienda. Erano anni duri per la Borgogna che dopo la crisi degli anni 30 e lo scoppio della guerra aveva visto molti produttori abbandonare le campagne che non rendevano piu’ quasi nulla.
Rene’ Engel ( nonno di quel Philippe famoso produttore di Vosne Romanèe ) trasmette al giovane Henri tutta la passione per il vino di alta qualita’ e per la degustazione geosensoriale e gli insegna quella ancora embrionale conoscenza scientifica ( ancora non si conosceva la chimica delle fermentazioni, era sconosciuta la malolattica ) che pero’ Henri ha sempre messo in secondo piano rispetto alla degustazione.
“ Le analisi possono confermare ma e’ il tastevin che conta; e’ triste che oggi si facciano vini di cepage ( vitigno ) invece che vini di terroir…. Tutto parte dalla vigna.”
Oggi la tendenza a lavorare sui cloni porta a uniformare i sapori e a creare vini tutti uguali, mentre ogni vigna deve esprimere il proprio carattere e le proprie unicita’; se ci pensiamo e’ proprio in Borgogna, dove vigne profondamente diverse distano l’ un l’ altra poche centinaia di metri, che si esprime a pieno la potenza del terroir.
Secondo Henry ci vogliono 5 anni per avviare la vigna e altri 15 perche’ le viti si sviluppino bene.
Dopo la fine della guerra al fratello maggiore va la gestione dell’ azienda di famiglia, cosi’ Henry si mette a cercare una vigna dove mettere in pratica il suo genio. Fu provvidenziale l’ incontro con Jean Meo’ ( futuro consigliere di Charles de Gaulle ) proprietario del Domaine Meo-Camuzet la cui famiglia gli affida la gestione delle vigne con un contratto di metyage (mezzadria); per anni Henri, sebbene’ avesse progressivamente acquistato diverse parcelle di quella proprieta’, tra le quali quella “dell’ inutile” tenuta di Cros Parantux, seguito’ a produrre ed etichettare sia per se che per i Meo-Camuzet.
Cros Parantux era un’eccellenza abbandonata, una zona rocciosa non vitata da sempre , impervia e di difficile gestione; durante la guerra era stata destinata alla coltivazione di topinanburg. Henri acquisto’ questo piccolo climat in parte ad un’ asta ( fu il solo partecipante ) ed in parte proprio dalla famiglia Meo-Camuzet ed a colpi di dinamite e olio di gomito riusci’ a crearvi uno dei piu’ celebri vini al mondo.
La tecnica di vinificazione di Jayer fin dai primi anni mira ad esaltare il carattere di ciascun singolo vigneto, solo le uve maturate in maniera ottimale vengono selezionate prima in vigna e poi nuovamente in cantina , le viti vengono potate e trattate a mano, diraspate interamente, la fermentazione avviene solo con i propri lieviti naturali; tutte le fasi di produzione vengono gestite con il solo fine di ottenere il miglior risultato senza alcuna considerazione per i tempi che richiede il mercato. Henri e’ il primo ad introdurre la pre-fermentazione a freddo per estrarre colore ed estratto dalle uve prima che, durante la fermentazione alcolica, vengano rilasciati i tannini.
Tra i suoi vini leggendari, oltre al Vosne Romanèe Cros Parantux, ricordiamo i due eccezionali Grand Cru l’ Echezèaux ed il Richebourg; una rara bottiglia di Echezèaux del 1993 sara’ battuta nella prossima asta di Ansuini Aste questo Febbraio 2023
Nel 2001 affida l’ azienda al nipote Emmanuel Rougot, gestendo in maniera progressiva quel passaggio generazionale che ha permesso a questa magnifica realta’ di non subirne scossoni. Henri morira’ nel 2006.