Un Diario da Casa Ansuini

I GRANDI GIOIELLIERI DEL XIX SECOLO, GEORGE FOUQUET E L’ ART NOUVEAU

( A sinistra punzone Alphonse Fouquet; a destra punzone George Fouquet )

Il grande gioielliere Alphonse Fouquet (1828  1911), dopo una vita completamente dedicata all’arte orafa, fu nominato, nel 1888, cavaliere della Legion d’Honneur.

Dopo aver donato al Museo delle Arti decorative di Parigi alcune delle più belle opere della sua epoca, ed  essere stato uno dei più importanti partecipanti all’Exposition del 1889, associò alla Maison, nel 1891 suo figlio maggiore, George e nel 1895 si ritirò definitivamente dall’attività.

Geoge Fouquet (1862 – 1957), ritenuto uno dei massimi rappresentanti dell’Art Nouveau, iniziò nel 1880 il suo apprendistato nell’atelier di famiglia; divenuto proprietario della Maison, abbandonò presto lo stile classico e rinascimentale, che aveva precedentemente contraddistinto con successo le creazioni della gioielleria paterna, per dedicarsi a quello moderno e nel 1898, determinato a rinnovare lo stile della casa, assunse nuovi talenti, tra cui il disegnatore Charles Desrosiers.

Nascono così composizioni ispirate alla natura: fiori, alberi ed altro, in forme naturali o stilizzate; sono realizzate in oro, con pietre dai riflessi iridescenti, perle barocche e smalti dalle incrostazioni trasparenti. Lo stile della gioielleria di Geoge Fouquet, al contrario di quello di Lalique, è simile a quello di Vevet: forme semplificate, linee pulite, sottolineate spesso da smalto nero e diamanti.

In quel periodo, cresceva a Parigi la fama di Alfons Mucha (1860 1939), pittore, scultore e pubblicitario Ceco, reputato uno dei più importanti artisti dell’Art Nouveau. Amico di Paul Gauguin, di Camille Claudel e di Louis Joseph Raphael Collin, da cui trasse l’amore per l’arte giapponese, nel 1894 conobbe la grande attrice Sarah Bernhardt e creò il poster pubblicitario per il dramma Gismonda.

 

 

Entusiasta del giovane artista, la Bernhardt stipulò un contratto di collaborazione della durata di 6 anni ( 1895  1900), durante i quali Mucha disegnò manifesti, scenografie teatrali, costumi e gioielli.

Mucha, oltre ad avere con Sarah Bernhardt un’amicizia che durerà per tutta la vita, ottenne un grande prestigio sociale e professionale.

 

 

Attratto dalla fama dell’artista e dai magnifici monili che apparivano su manifesti come Zodiac, nel 1899 Geoge Fouquet gli commissionò i disegni per una intera collezione di gioielli da presentare nel suo stand all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.

 

 

Tra il 1899 ed il 1901, si sviluppò una importante e proficua collaborazione tra Alphonse Mucha e George Fouquet che, oltre alla creazione di gioielli simbolo dell’Art Nouveau, portò il gioielliere parigino ad affidare all’artista la progettazione della sede della Maison Fouquet al 6 di Rue Royal.

Il negozio, di una grande eleganza e raffinatezza, crea una saldatura tra i gioielli e gli ambienti che li contengono ed è oggi ricostruito e visitabile al Museo Carnavalet a Parigi.

 

 

 

 

L’Art Nouveau, in tempi brevi e per molte cause, comincia a tramontare e George si orienta verso forme più strutturate realizzando pendentif circolari con pietre centrali.

 

Le Sacre ed i balletti di Diaghilev portano nel 1910 un sommovimento e la gioielleria usa l’oro e il platino non come materiali di supporto, ma come forme geometriche sulle quali si dispongono le pietre con colori forti e contrasti decisi.

Dopo la Prima Guerra Mondiale l’attività della Maison riprende. George nel 1925 scrive “Si è tornati all’idea del gioiello come investimento. Ciò richiede montature semplici e invisibili perché tutto il valore è concentrato sulla pietra”.

Tutto questo, naturalmente, non piace al grande gioielliere che, in linea con la moda del tempo, gioca sui contrasti tra il bianco ed il nero, usando onici, cristalli di rocca, platino e diamanti, cercando nuovi accostamenti cromatici. Alla continua ricerca di forme strutturate si avvale della collaborazione di architetti pittori e disegnatori. Vengono allora creati gioielli ispirati all’arte africana in cristallo di rocca e smalti policromi, o gioielli con grosse pietre disposte secondo uno schema geometrico.

 

 

Nella visione di Fouquet l’unione tra moda e gioielleria diviene fondamentale. La sua concezione del gioiello è che deve vestire la donna quanto l’abbigliamento ed i gioielli devono adattarsi a ciascuna donna. L’acme di questo paradigma sarà la presentazione delle sue creazioni con la collezione di Jean Patout nel 1927.

La crisi del 1929 colpisce duramente la Maison che nel 1936 dichiara fallimento.

Anche se il negozio viene chiuso la dinastia prosegue con il figlio, Jean Fouquet.

Leave a comment