Un Diario da Casa Ansuini

IL RITO DELLA RICOLMATURA FIRMATO BIONDI SANTI

REDAZIONE| 25 APRILE 2022 | ROMA

Nel lontano 1869 Clemente Santi con il suo “vino rosso scelto” iniziò la vinificazione di un Sangiovese in purezza chiamato per la prima volta “Brunello” in occasione della Fiera Internazionale di Montepulciano e con il quale vinse la medaglia d’oro.

 

Sarà poi Ferruccio, suo nipote, nel 1888, ad ereditare la Tenuta il Greppo, iniziando a produrre ufficialmente le prime bottiglie di Brunello di Montalcino.

Da qui l’azienda passa, nel 1927, nelle mani di Tancredi Biondi Santi e nel 1970 a Franco Biondi Santi, suo figlio, che lancerà a livello internazionale il nome della famiglia.

Nel 2013 Franco si spegne all’età di 91 anni e dopo tre anni, nel 2016, l’azienda verrà venduta dal figlio ad una societa’ francese

La lunga storia della cantina e gli eccezionali vini da essa prodotti hanno portato Tancredi Biondi Santi a ideare ed introdurre l’affascinante processo di ricolmatura come servizio che la cantina offre per “restaurare” bottiglie di annate storiche per i propri clienti.

Un vero e proprio rituale che avviene sotto la scrupolosa osservazione e testimonianza di un notaio, che partecipando all’evento, è tenuto poi a rilasciare un certificato che attesta l’originalità della bottiglia, la sua perfetta conservazione e che ne certifica la ricolmatura.

Ma cosa si intende per ricolmatura?

Per i grandi vini il tempo può rappresentare un grande alleato, regalando struttura, corpo e aromi incredibili, ma allo stesso tempo un terribile nemico.

Infatti per i  vini molto longevi che superano i 30-50 anni, il tappo inizia a mostrare i primi cedimenti perdendo elasticità, ovvero staccandosi dal vetro, al quale prima aderiva perfettamente, e permettendo così all’aria, prima nemica del vino e della sua preziosa conservazione, di penetrare all’interno della bottiglia compromettendone il colore, il sapore e la conseguente bevibilità.

A quel punto, con l’inizio dell’ossigenazione del vino, il processo di invecchiamento è inevitabilmente accelerato e l’unica soluzione è proprio quella di intervenire con la ricolmatura.

Il rituale certosino, come testimoniano filmati e fotografie d’epoca, era realizzato dal carismatico Franco Biondi Santi in persona.

Entriamo nel dettaglio della procedura…

Il tutto inizia da una prima e determinante analisi: la verifica dello stato stesso di conservazione della bottiglia sottoposta dal cliente.

Se la prova viene superata, con un attento assaggio, il vino può essere sottoposto alla ricolmatura, in alternativa, una volta aperta, la bottiglia si può solo che lasciare al proprietario per degustarla e consumarla.

Superata la prova di degustazione, dalla cantina dell’azienda viene prelevata una bottiglia della stessa annata, aperta ed utilizzata per ricolmatura; a questo punto la bottiglia del cliente viene chiusa con un nuovo tappo, con lo storico logo della Biondi Santi e sigillata con una nuova capsula; in questo modo si riesce a regalare una nuova vita alle preziose bottiglie del più noto Brunello di Montalcino.

Attenzione però… ogni anno è l’azienda stessa a dichiarare le annate che verranno sottoposte alla ricolmatura e solamente raggiunto un determinato numero di clienti interessati viene ufficializzato “l’evento” in quanto la bottiglia della cantina, aperta per l’occasione, andrebbe inevitabilmente sprecata.

Il famoso enologo Franco Biondi Santi così commentava l’affascinante rituale in una video intervista:

“Questa della ricolmatura per me è un male necessario.
Preferirei che i nostri clienti se le bevessero le bottiglie… si fa questo perché non se ne può fare a meno, però il vino lo produciamo perché venga bevuto anche perché i nostri sono vini di grande soddisfazione con profumi e sapori straordinari” .

Nell’asta del 2 Maggio, tra i vari lotti selezionati di Biondi Santi, accompagnati dal certificato di ricolmatura e celebre atto notarile rilasciato con esso, è presente anche una bottiglia del 1955, una delle annate più importanti della cantina che Wine Spectator, celebre e prestigiosa rivista di risonanza mondiale nell’ambito dell’enologia, ha dichiarato, nel 1999, essere uno tra i migliori vini del secolo.

Il valore sul mercato, di riflesso, ha portato i prezzi dei pochi esemplari di quest’annata, a schizzare alle stelle, in aste e vendite internazionali arrivando a cifre intorno ai 5000 e 9000€!!!

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