LA GIOIELLERIA NELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
PROF. SERGIO ANSUINI | 8 MAGGIO 2022 | ROMA
Si e’ soliti delineare l’epoca della seconda rivoluzione industriale tra il Congresso di Parigi (1856) ed il Congresso di Berlino (1878) per arrivare al suo pieno sviluppo nell’ultimo decennio dell’800; negli USA si passo’ da 15.000 km di ferrovie a 1.500.000 di km; furono inventati prima il telegrafo e poi il telefono; in medicina si riusci’ ad anestetizzare usando il cloroformio e l’etere; si iniziarono a produrre le automobili e l’elettricita’ impose una svolta nel modo di vivere; la produzione dell’acciaio con il processo Bessimer e poi con quello Thomas (1878) oltre a tutte le utilizzazioni proprie diede un impulso alle costruzioni con il cemento armato.
Dopo la guerra di Secessione gli USA ebbero uno sviluppo straordinario e si crearono delle fortune rapide e colossali; questi nuovi milionari avevano una voglia di lusso che non poteva essere soddisfatta nel loro paese ancora troppo nuovo ed ancora concentrato negli interessi pratici ed industriali.
(Spilla con diamante blu di 22 carati e due goccia di diamanti di 59 carati valore 950.000 Franchi dell’epoca. Maison Boucheron esposizione Parigi 1900 )
Quando venivano in Europa per la prima volta era come una rivelazione e ripartivano pieni di entusiasmo; a Parigi M. Reed era il rappresentante di Tiffany & C.che provvedeva agli acquisti della Societa’ per la clientela negli Stati Uniti. M. Reed inoltre aiutava i viaggiatori americani introducendoli nel mondo del lusso e del gusto, consigliandoli nella scelta di gioielli e quant’altro in Europa. Questi americani diedero un impulso molto forte agli affari.
La Maison Boucheron aggiunse nel suo negozio di Parigi una terza vetrina e poi una quarta nel 1873
È l’epoca in cui furono scoperte le Miniere del Capo.
Nel 1868 Erasmus Jacobs trovo’ accidentalmente un diamante di 21,25 carati sulle sponde del fiume Orange e nel 1871 ci fu un secondo ritrovamento di un diamante di 83,50 carati sulle pendici della collina Colesberg Kopje che scateno’ masse di cercatori ed avventurieri.
Prima della scoperta delle miniere del Sud Africa un diamante di 4 carati era considerato molto importante e le pietre erano rare; dopo, la grandezza e l’abbondanza di gemme provocarono un abbassamento dei prezzi ed un loro uso diverso nella gioielleria.
(Farberge, Tiara, 1890. Venduta in asta a £ 1.050,400 )
Con la disponibilita’ di diamanti piu’ grandi e meno cari non si cerco’ piu’ di aumentare l’apparenza;
le montature pesanti e banali che esistevano fino ad allora furono gradualmente sostituite da griffe in platino e lavori leggeri in argento ed oro.
Nelle Maison di Rue de la Paix, di Boulevard des Italiens ed in quelle del Palais-Royal furono creati bouquet imitanti la natura, bracciali e collane morbide e smalti invisibili; fu un nuovo modo di concepire il disegno e la realizzazione orafa.
All’ Esposizione di Parigi del 1878 furono presentati degli importanti gioielli eseguiti per la clientela americana tra cui la famosa parure di Mme Mackay il cui meraviglioso zaffiro centrale pesava 159 carati, era montata tra nastri e fogliame di diamanti e che valeva la cifra straordinaria di 1.000.000 di franchi.
I diamanti in quell’epoca avevano il taglio denominato “vecchia miniera” un taglio estremamente piu’ rozzo rispetto ai diamanti che possiamo ammirare oggi; la circonferenza non era tonda, ma simile ad un quadrato con gli angoli smussati.
Intorno al 1890 il taglio dei diamanti subi’ una evoluzione ed un perfezionamento; la forma, vista dall’alto diviene tonda e il taglio delle faccetta dona una maggiore brillantezza alla gemma; la gioielleria nel suo insieme si avvia verso la bellezza degli inizi del ‘900 ed ancora di piu’ verso la sublime produzione dei Meravigliosi Folli anni ’20