LA PITTURA PIU’ PURA POSSIBILE
DOTT. ALBERTO ROMANELLI | 22 MAGGIO 2022 | ROMA
Un artista italiano amico di Michel Tapie – uno dei più importanti teorici dell’Arte informale – e che da questi viene inserito nel 1958 all’interno dell’ International Festival Osaka-Tokyo con il gruppo Gutai.
Un pittore friulano che il padre del Nouveau Réalisme, Pierre Restany, avvicina sul finire degli anni ’50 alla Jeune Ecole de Paris.
Una ricerca artistica a proposito della quale Giulio Carlo Argan parla di “pittura più pura possibile”.
Di chi hanno parlato vocì così importanti della critica artistica del ‘900?
Nato a Pordenone, Luigi Boille (1926-2015) si trasferisce ben presto a Roma, dove si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti e dove si laurea in Architettura nel 1950; dopo un breve soggiorno in Olanda, l’artista si stabilisce fra il 1951 e il 1965 a Parigi, dove ha modo di entrare in contatto con tutte le correnti artistiche più all’avanguardia che proprio in quegli anni animano la capitale francese.
Nel tempo sono innumerevoli le esposizioni tenute a livello nazionale e internazionale, sia personali che collettive; tra le più prestigiose sicuramente troviamo quella del 1964 grazie alla quale, su invito di Lawrence Alloway – il critico inglese che proprio in quegli anni conia il termine Pop Art – partecipa con Lucio Fontana, Enrico Castellani,Giuseppe Capogrossi al Guggenheim International Award di New York in rappresentanza dell’Italia.
Tornato a Roma, segna nel 1966 con un nuovo successo la sua carriera artistica: quell’anno, infatti, lo vede presente alla XXXIII Biennale di Venezia con una sala interamente a lui riservata.
( LOTTO 83:Luigi Boille (1926-2015) Empatia di luce/Blu Madreperla (1986) )
Ci sono tematiche ricorrenti all’interno della sua produzione artistica?
Proprio i titoli delle sei opere esposte in quell’occasione così prestigiosa ci dicono molto della sua poetica: Spazio Spirituale, Natura Solare, Risonanza Interiore, Spazio Immaginario e Profilo di Luce ci parlano di una poetica legata ai concetti dell’Astrattismo e della Pittura Informale, tipici sì di quegli anni, ma rielaborati in una chiave decisamente personale e profondamente mentale, raffinata.
Nelle sue opere il gesto pittorico e il segno lasciato arrivano a fondersi con immediatezza sulla tela e sembrano tradurre in modo vibrante l’interiorità dell’artista.
Opere come Empatia di luce/Blu Madreperla e Centralità/Blu Iridescente ,- inserite nella prossima Asta di Fine Art, provenienti da una raffinata collezione privata – rappresentano perfettamente un’importante periodo della produzione artistica di Luigi Boille; un pittore che merita certamente un’operazione di riscoperta critica viste le altissime vette raggiunte nel corso della sua carriera.
Sulla superficie vibrante di queste tele, le pennellate corpose si addensano in prossimità del centro dell’opera: una fitta tessitura cromatica ospita nel suo mezzo una sorta di nebulosa, di ammasso di natura celeste.
L’amico e critico Restany, scrivendo ancora nel 1997 delle opere di Boille, parlava, appunto, di “fiocchi di luce”, di “ricami di stelle”; nella sua opera la forma è solo suggerita, la presenza è eterea, spirituale: è così che l’artista raggiunge, ripetendo le parole di Argan, la pittura pura.
( LOTTO 84:Luigi Boille (1926), Centralità/Blu Iridescente, 1984 )