Un Diario da Casa Ansuini

LA CERTIFICAZIONE DELLE PIETRE PREZIOSE

PROF. SERGIO ANSUINI | 10 LUGLIO 2022 | ROMA

È la fine del XX secolo quando le pietre preziose (diamanti, rubini, zaffiri e smeraldi) cominciano ad essere certificate dai laboratori gemmologici accreditati e non più solo dal gioielliere venditore come da tradizione.

Il fine è quello di stabilire con esattezza peso e caratteristiche delle pietre in maniera professionale e indipendente; Oggi, nel quinto lustro del XXI secolo, accanto all’imprescindibile realtà della certificazione delle pietre importanti, anche le pietre più piccole, con un’attenzione peculiare ai diamanti, sono spesso dotate di documentazione specifica.

Il certificato è necessario per stabilire con esattezza il valore di una pietra. Costituisce come un documento di identità del prezioso sottoposto ad esame ed è paragonabile all’expertise per un’opera d’arte o, ancor di più, ad un attestato prodotto dalla fondazione relativa ad un artista e ad un’opera.

Il valore delle pietre preziose, espresso in dollari, ha una validità internazionale; ciò significa che un diamante o un rubino avranno lo stesso prezzo negli USA come in Francia, in Australia come in Argentina.

Questo aspetto è molto importante nell’acquisto attraverso le aste; le aggiudicazioni, anche di decine di migliaia di euro, sono infatti effettuate spesso attraverso le piattaforme internet, a migliaia di chilometri di distanza e senza esaminare la pietra de visu.

L’acquisto avviene affidandosi al certificato riconosciuto e valido a livello internazionale,  fondamentale per conoscere tutte le caratteristiche basilari della pietra. Naturalmente, accanto alla riconosciuta validità della certificazione e all’importanza del laboratorio gemmologico, gioca un ruolo fondamentale la notorietà della Casa d’Aste, la sua storia, la sua professionalità, il numero delle aste che vengono battute ogni anno. Lo si comprende facilmente se si pensa che chi si aggiudica un bene all’asta paga prima di poter avere l’oggetto vinto

Tornando alle pietre, per i diamanti il certificato stabilisce le famose 4 C (Carat – Color – Clarity – Cut), Peso – Colore – Purezza – Taglio), parametri basilari per determinare il valore della pietra; oltre ciò, il certificato indicherà anche se si tratta di una pietra naturale o sintetica.

Certamente di valore estremamente più basso, i diamanti sintetici posseggono la stesse composizione di quelli naturali e la loro realizzazione è ormai tanto vicina alla perfezione che, per poterli distinguere dai naturali, è necessario impiegare strumentazione specifica e importante, in possesso soltanto di grandi laboratori.

Per quanto riguarda i certificati di rubini e zaffiri, oltre il peso, il taglio, se naturali o meno e le altre caratteristiche di base, vi sarà indicazione di eventuali trattamenti termici cui le pietre vengono a volte sottoposte per alterarne, anche in maniera sostanziale, il colore

Le certificazioni che accompagnano gli smeraldi riportano sempre il risultato di specifiche analisi fatte al fine di stabilire se la pietra ha avuto delle infiltrazioni per modificarne il colore.

Per tutte le pietre di colore è inoltre importante un’altra indicazione fornita dal certificato, cioè la provenienza.

Un rubino birmano, uno zaffiro del Kashmir, uno smeraldo colombiano, potranno avere un valore considerevolmente più alto rispetto ad una pietra simile per purezza, caratura e taglio ma estratta da un sito diverso. Il luogo di estrazione di una pietra, dunque, è una di quelle voci del certificato cui prestare massima attenzione.

 

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