Un Diario da Casa Ansuini

QUANDO LA PASSIONE PER L’ ARTE DIVENTA UN MESTIERE

INTERVISTA AL DOTT. ALBERTO MAGNI | 31 LUGLIO 2022

Alle preview delle più importanti mostre, nelle sale di prestigiosi musei o nei salotti di appassionati collezionisti; con facilità potete incontrare un’elegante signore dalla corporatura imponente, mentre si intrattiene, parlando d’arte, con direttori, curatori, critici o appassionati; E’ un ex giocatore di polo ormai votato al rugby che ha trasformato la passione per l’arte in un mestiere.

il Dott. Alberto Magni è il responsabile del dipartimento Fine Art di un importante broker assicurativo internazionale ed è docente presso diversi Master di Management dei beni culturali

Si dice che ormai, grazie ai software di ultima generazione, si riesca a scovare opere d’arte rubate, se messe in vendita presso negozi con cataloghi on line o aste o più semplicemente se presenti su foto pubblicate sui social; tutta questa tecnologia ha realmente contribuito a diminuire i furti  ed il costo del premio assicurativo? Le farò solo un esempio, le polizze dedicate alle opere d’arte sono fatte in forma all-risk e coprono qualsiasi tipo di danno accidentale ovviamente compreso il furto; se un cliente mi chiedesse di eliminare il furto dalla sua copertura risparmierebbe solo il 10% del premio in quanto questa fattispecie è rarissima. In effetti la diffusione della fotografia digitale che circola così facilmente e il costante lavoro dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio rende praticamente impossibile rivendere un’opera rubata. Per questo i furti sono molto diminuiti

Nell’ immaginario collettivo le opere d’arte vengono rubate da Diabolik o Lupin, ha qualche aneddoto da raccontarci Come dicevo in realtà i furti non sono molto diffusi e nel campo dell’arte le attività criminose si concentrano su altri settori quale i falsi e il riciclaggio. Posso invece raccontare di un danno “divertente” accaduto in una casa privata: un  cliente mi ha chiamato per chiedere un  intervento urgente in quanto il suo dipinto di  Giacomo Balla stava “gocciolando”; arrivati  abbiamo verificato che in effetti sul dipinto si erano formate delle gocce di materia pittorica che stavano cadendo, il tutto avveniva in forma semicircolare. Ad un certo punto, interrogata, la ragazza che si occupava delle pulizie ha confessato di aver passato lo straccio con il CIF sul dipinto, in effetti la forma semicircolare corrispondeva perfettamente all’avambraccio della sprovveduta. Purtroppo, il dipinto è rimasto gravemente danneggiato; questo a dimostrare che il pericolo si annida molto più spesso dentro casa. Potrei continuare con le “pallonate” che simpatici ragazzini hanno tirato su quadri o vasi, per terminare con il pericolo maggiore, i chiodi. In effetti, seppur lunga, i  chiodi  hanno una vita destinata a terminare, abitualmente quando un chiodo si rompe, spesso accade perché dopo aver ridipinto una stanza l’intonaco non regge più bene, il quadro cade tendendo a farlo su un sopramobile, candelabri, vasi e statue di De Chirico sono i preferiti, bucandosi o comunque danneggiandosi gravemente.

Quali sono i parametri di valutazione di un’opera ai fini assicurativi?  è vero che le polizze sulle opere vengono anche utilizzate come strumento per ottenere prestiti bancari e che qualche furbetto se ne è approfittato? Il principio del valore assicurativo è che la polizza deve restituire al proprietario una somma di denaro con la quale sarà possibile riacquistarne una analoga; per questo motivo il valore assicurato può essere più alto del valore commerciale di vendita in quanto bisognerà calcolare per esempio eventuali costi di intermediazione (diritti d’asta) i costi da affrontare per trovare l’opera andata perduta, etc… per questo motivo non è affatto sbagliato assicurare un importo del 120% del valore commerciale dell’opera. Relativamente al prestito bancario garantito da un quadro ho ricevuto molte richieste in questo senso ed è verosimile che il tentativo di ottenere una polizza, magari da una compagnia “blasonata” riportante un valore importante abbia potuto contribuire a convincere la banca circa la bontà e il valore dell’opera assicurata; in queste trattative però ho sempre precisato che un assicurazione a “valore dichiarato” non sostituisce in alcun modo una attestazione di valore o una perizia e che queste polizze non possono essere date in garanzia per finanziamenti.

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