Un Diario da Casa Ansuini

LE JAPONISME NELLA GIOIELLERIA DI FINE ‘800

PROF. SERGIO ANSUINI | 4 SETTEMBRE 2022 | ROMA

I giapponesi sono sempre stati artisti superiori e le loro opere presentano delle meravigliose particolarità che più si esaminano e più danno la sensazione della perfezione.

L’amore per il bello e per l’arte è generalizzato; in certe date fisse la popolazione si recava in campagna per ammirare i ciliegi, gli iris, gli aceri rossi in autunno o un bel chiaro di luna in posti particolari.

Dopo l’apertura all’occidente  furono organizzate in Europa numerose esposizioni di arte antica giapponese che aiutarono sensibilmente a rivelare al grande pubblico la loro arte ancora sconosciuta  ( Esposizione “Des Arts du Metal 1880;  Exposition Retrospective de l’Art Japonais  Aprile 1883; Esposizione dell’incisione giappones.e alla scuola delle Belle Arti 1890  di Parigi etc )

Tuttavia sono stati principalmente gli Album che fecero conoscere gli elementi decorativi giapponesi; meno costosi degli oggetti da collezione si diffusero largamente negli Atelier dove erano studiati ed utilizzati.  Alla fine dell’impero di Napoleone III ebbero una grande influenza per l’oreficeria, la gioielleria, i bronzi, i mobili e la ceramica.

Anche i “pochoirs” (modelli in carta da taglio che servono alla stampa su tessuto) contribuirono largamente alla diffusione del tratto e del gusto giapponese

Gli americani assorbirono gli elementi della decorazione giapponese attraverso il Pacifico, limitandosi però, nel primo periodo, a copiarli. Non possiamo trascurare l’oreficeria martellata di Tiffany del 1878 e dei gioielli che inviarono all’esposizione del 1889, eseguiti da operai giapponesi installati nei suoi ateliers di New York. In seguito gli oggetti americani  presenti all’Esposizione di Chicago del 1893 presentarono una ricerca interessante ed efficace, ricca di novità, pur restando comunque in larga parte influenzati dall’Estremo Oriente

Nelle creazioni di gioielleria le opere d’arte, gli album e i pechoirs provenienti dal Giappone non furono utili tanto come modelli quanto favorirono un ritorno al contatto diretto con la natura che dopo il medioevo era stato trascurato. La natura è interpretata in forma semplice e precisa senza che il dettaglio, sempre fedelmente riprodotto, impedisca di leggere le grandi linee. L’abilità degli artisti giapponesi nel riprodurre la natura è poca cosa rispetto alla loro capacità di trarne spunto per la decorazione. Abili nel combinare le linee e nell’associare i colori contribuirono  all’evoluzione della decorazione moderna e probabilmente senza l’esempio dei loro maestri le stoffe del Liberty, gli sfondi di Walter Crane, le porcellane di Copenhague non sarebbero mai esistite Tra i sommi artisti europei influenzati dall’arte giapponese ricordiamo Van Gogh, Monet, Manet, Degas, Renoir, Pissarro, Klimt etc. Claude Debussy compose il poema sinfonico La Mer ispirato alla Grande Onda del pittore Katsushika Hokusai L’influenza che il Giappone esercita sulla cultura occidentale non è mai finita da quando nell’800 le sue porte furono aperte

 

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